Dall’Italia a Zurigo in bici è stato il primo passo verso Capo Nord. Sapevo già, prima di partire, che per raggiungere Capo Nord in bici vi sono diverse strade. Avendo solo dieci giorni di preparazione effettivi, pensavo inizialmente di passare per il Passo del Sempione e poi per la Via Francigena francese, in particolare nella zona di Besancon.
Ho così iniziato a mettere giù le mappe, utilizzando sia Google Map sia Komoot (ecco il mio profilo). Ho capito velocemente che la Via Francigena non era la strada migliore. Infatti, partendo da Angera, ossia il mio paese sul Lago Maggiore, vi è una strada più diretta per andare verso il Nord Europa: il Passo San Gottardo! La scelta di questo itinerario, inoltre, avrebbe ricordato mia cugina Caterina, morta a causa di una malattia fulminante tre mesi prima di questo viaggio. L’itinerario scelto, infatti, passava per la Strada delle Fiabe tedesca: Caterina aveva scritto un libro sulle favole chiamato Storie per sogni d’oro e passare per i paesini dei fratelli Grimm mi sembrava un modo giusto per ricordarla.
Le prime due tappe, che collegano dunque l’Italia a Zurigo, sono state dunque decisamente difficili, in quanto mi hanno portato ai 2.106 metri di quota, partendo dai 200 metri di Angera.
Andiamo a vedere nel dettaglio delle due prime tappe che mi hanno portato a Capo Nord in bici!
La partenza da Angera non è stata affatto semplice! La sera prima della partenza ho bevuto qualche birra con gli amici, ed erano partite varie scommesse sulla riuscita del progetto. Avendo avuto solo dieci giorni per prepararmi, non avevo ancora testato la bici innanzitutto. Nel pomeriggio prima della partenza mi sono trovato con il mio amico Fabrizio. Quando mi vide con la mia bella bici Wilier carica mi disse ‘Nooo veramente stai partendo dunque!’ La risposta fu un semplice ‘Ci provo!’
Sapevo che dovevo portare veramente poche cose, descritte nel mio post completo su Capo Nord. Qui mi limito a dire che la soluzione bikepacking, accompagnata da una piccola borsa da mettere sotto il telaio e da uno zainetto mini da portare in spalla. In questo modo avevo tutto il necessario per le cinque settimane di viaggio! Ovviamente, avevo pochissime magliette e indumenti da cambiare, ma avevo spazio per il kit di riparazioni cicliste e, meno fondamentale ma comunque necessario, per il mio piccolo drone!
Tra una birra e l’altra, Fabrizio mi confermò di volermi accompagnare fino al confine Italo – Svizzero, dandoci appuntamento per le 8.30 del giorno dopo. Gli altri amici, intanto, continuavano ad essere dubbiosi sul progetto: alcuni erano molto fiduciosi, altri dicevano che a Zurigo avrei preso il treno per tornare a casa. Io stesso ero molto titubante, ma ormai ero nel mood sportivo ed ero pronto alla partenza!
Il mattino successivo, dunque, mi svegliai con un discreto mal di testa e con la classica domanda ‘Ma chi me lo fa fare?!’ Gli ultimi controlli prima della partenza mi occuparono vario tempo: il Garmin doveva essere carico, idem la GoPro e le due powerbank, le ruote della bici ben gonfie, le due borracce ben piene… il tempo volò più del previsto, ed il buon Fabrizio mi dovette attendere fino alle 9.15!
Dunque, il 29 giugno alle 9.15 del mattino iniziò la mia ‘Rotolando verso Nord in bici’!
Da Angera ho seguito semplicemente la costa lombarda del Lago Maggiore per 50 km, fino al confine svizzero di Zenna. Il Lago Maggiore merita assolutamente una pedalata, ed ho fatto varie volte il giro completo (165 km, questo l’itinerario). Io e Fabrizio abbiamo avuto la fortuna di pedalare in una bellissima giornata di sole: Laveno, Castelveccana, Luino, Maccagno sono paesi che, con il sole, sono veramente belli e danno la voglia di pedalare a lungo! Fabrizio continuava a dirmi ‘Maledetto lavoro, hai fatto bene a dimetterti, ora puoi fare quello che vuoi!’
Infatti, quando dicevo che ho preparato la pedalata a Capo Nord in soli dieci giorni dico la pura realtà! Mi sono dimesso dal mio storico lavoro d’ufficio il 16 giugno e, per assaporare subito la libertà, decisi di iniziare a pedalare fino a Capo Nord.
Fabrizio, ad ogni salitella, era curioso sul mio stato di forma e quanto il bikepacking rallentasse l’andatura. Risposi che avevo buone sensazioni, e che quei 4 o 5 km/h persi in velocità non mi pesavano più di tanto. A Maccagno, dopo 40 chilometri, ci fermammo per un cappuccino e un pasticcino: mi sembrava giusto salutare l’Italia con un’ultima colazione!
A Zenna, a mezzogiorno, dopo 50 km di scorta, Fabrizio decise di salutarmi! La sua compagnia era stata decisamente apprezzata, e adesso toccava solo a me continuare gli altri 3.950 km! Dopo aver salutato Fabrizio, salutai anche il lago di casa mia: al 65esimo chilometro salutai il Lago Maggiore per continuare verso Bellinzona.
Dopo essermi rifocillato, presi finalmente una bellissima pista ciclabile che mi ha portato fino a Biasca. In lontananza iniziavo a vedere la vallata del San Gottardo, ma vedevo anche la salita che mi aspettava! Infatti, la prima tappa finiva in salita! Da Biasca una salita costante mi ha portato ad Airolo: finire la prima tappa passando da 200 a 1.150 metri è stato comunque faticoso!
Ad Airolo avevo prenotato l’ultima stanza disponibile: la mia organizzazione Filini si era salvata per il rotto della cuffia!
Avevo già visitato questa piccola cittadina quando avevo fatto il giro dei tre passi svizzeri: San Gottardo, Furka, Novena. Airolo è dunque una bella città montana, attorniata da alte montagne…e da alti passi! L’hotel Motta mi ha accolto per la notte e una pizza da Borelli è stato il mio premio per il tappone di 138 km (Traccia Komoot)!
Durante la notte mi svegliai di soprassalto: diluvio universale! Mi riaddormentai con forti dubbi sulla riuscita della seconda tappa: avrei preso acqua sul San Gottardo? Appena sveglio aprii immediatamente la finestra: il responso del meteo era nuvoloni neri! I locali mi dissero che avrei evitato l’acqua: le previsioni meteo, però, erano molto discordanti tra loro.
Iniziai così l’ascesa verso il San Gottardo. Questo meraviglioso Passo è raggiungibile in tre modi: l’autostrada, una strada panoramica larga e la Tremola, la strada storica con pendenze arcigne e contraddistinta dal pavé per ben sei chilometri. Escludendo ovviamente l’autostrada, la scelta cadde sulla panoramica: avevo già percorso la Tremola durante il meraviglioso Giro dei tre Passi e decisi che era meglio salire per la più facile via panoramica. Come dice il nome stesso, la panoramica è veramente spettacolare! Infatti, è possibile ammirare Airolo dall’alto, la vallata che porta al Passo della Novena e si ha sempre davanti a sé la fantastica Tremola!
Prima di iniziare la salita, avevo stimato una VAM di 600 metri all’ora. La stima si rivelò corretta in quanto per superare i 900 metri di dislivello impiegai un’ora e mezza. Arrivare ai 2110 metri del Passo San Gottardo fu una grande soddisfazione! Infatti, oltre ad ammirare uno splendido paesaggio, sapevo già che quello sarebbe stato il punto più alto di tutto il viaggio!
Vi era però un gran problema. Era il 30 giugno e faceva veramente freddo e i nuvoloni neri erano ancora minacciosi sopra di me! Titubante, iniziai la discesa. Fino ai 1450 metri di Andermatt patii un freddo cane! Dopo pochi chilometri mi fermai per ammirare il meraviglioso Ponte del Diavolo: la fermata durò ben poco perché iniziò il diluvio universale! Fare una discesa col freddo e con un forte acquazzone non era esattamente il mio sogno, ed inoltre pioveva talmente tanto da non vedere bene la strada: ho rischiato di entrare per sbaglio in autostrada!
Finalmente, dopo una ventina di minuti di acqua, uscì il sole ed iniziai ad apprezzare le ampie vallate svizzere. Il cantone Uri, con le sue piccole cittadine (come Amsteg), è una vera delizia per gli occhi! Pedalare qui è uno spettacolo: strade poco trafficate e con, spesso e volentieri, una corsia dedicata alle bici!
Mi fermai ad Altdorf per mangiare un panino. Dopo pochi chilometri ho pedalato lungo il lago dei Quattro Cantoni: il panorama è semplicemente fantastico ma ho trovato la strada un po’ pericolosa e decisamente tanto trafficata!
Poco dopo incontrai un altro lago, quello di Zug. La strada in questo caso era decisamente meno trafficata e ho apprezzato tantissimo la pedalata lacustre, ed anche la piccola cittadina di Zug merita una visita! Da Zug a Zurigo mi mancavano ormai solo trenta chilometri: nuvoloni neri, però, si aggiravano sopra la più grande città svizzera!
Arrivai così a Zurigo, dove sono stato ospitato da Christina, un’amica che avevo conosciuto anni fa sempre a Zurigo grazie al sito Couchsurfing. Il tempo di lasciare la bici a casa sua, fare quattro passi per arrivare al primo bar per prendere le meritate birre dopo 135 chilometri e scoppiò, nuovamente, il diluvio universale!
Mangiammo a casa sua un piatto di pasta fatto in casa da lei: nelle prossime puntate le cene casalinghe saranno una cosa comune! La tappa da Airolo a Zurigo è stata lunga 135 chilometri: questa è la traccia Komoot!
Zurigo non è l’ultima città della Svizzera visitata: la Germania, però, ormai era vicina!
27 Ottobre, 2022