In questo post descrivo un giro di cinque giorni che mi ha permesso di pedalare lungo alcune salite storiche. Il piano iniziale era di pedalare cinque giorni, ma dopo cinque passi in soli due giorni ho dovuto riposare: il Fauniera ed il Sampeyre rimangono nella lista delle cose da fare! Il giro che descrivo è lungo circa 320 km e con un dislivello di circa 9500 metri: le salite storiche conquistate sono state otto!
Il giro in bici è iniziato ufficialmente dalla località di Bussoleno, nella val di Susa. Questa piccola cittadina è facilmente raggiungibile da Torino in treno, sul quale è possibile portare la bici. La prima delle salite storiche è stata il colle delle Finestre, che forse è stata la più difficile di tutte le otto salite del giro. Infatti, in soli 19 km si sale 1600 metri: dai 550 metri di Meana si arriva ai 2176 metri del colle. Gli ultimi 8 km sono in sterrato (a tratti veramente sconnesso).
Ho scalato questo colle con una compagnia d’eccezione, il mio amico Alberto, che ha dovuto aspettarmi più volte lungo i tornanti del colle. Il panorama lungo la salita è veramente bello, e credo che i sentieri che partono dal colle siano veramente meritevoli! Segnalo che si trova solo una fontanella d’acqua prima del colle, a circa 1550 metri di altitudine: preparate le scorte!
Dal colle delle Finestre si scende fino a Pragelato, dove si trova la strada regionale che porta fino al Sestriere: questi 600 metri di dislivello non offrono le pendenze al 9% delle Finestre, ma non bisogna sottovalutarli. Arrivati al Sestriere abbiamo pranzato lautamente e ci siamo salutati: Alberto sarebbe tornato a Fenestrelle, mentre io avrei continuato verso Cesana. Da Cesana inizia l’ultimo colle della giornata, il Monginevro: anche questo è relativamente facile. E’ assolutamente da segnalare che dopo circa 4 km di salita bisogna lasciare la strada principale per evitare un tunnel di 1800 metri (si prende una strada parallela, ben segnalata e senza auto).
Il colle del Monginevro segna anche l’ingresso in terra francese: da qui a Briancon sono solo 13 km di discesa veloce!
Briancon è una città che merita assolutamente una visita: la parte alta con la chiesa ‘Collegiale’ e il forte è una meraviglia! Ho mangiato al ristorante italiano ‘Margherita’ nella parte bassa della città e mi sento di raccomandarlo.
Ho percorso 86 km con un dislivello di circa 2800 metri.
Il giro delle salite storiche continua con l’Izoard e l’Agnello. Briancon, infatti, è alla base di due salite storiche quali il Lautaret (e di conseguenza il Galibier) e l’Izoard: in soli 19 km di strada si arriva ai 2360 metri dell’Izoard! Il piccolo paese di Cervieres è utile per smezzare la salita e per riempire la borraccia: gli ultimi 7 km sono quelli più difficili, all’8% medio. L’Izoard è uno dei miei colli preferiti: scendendo verso Arvieux è infatti possibile ammirare il paesaggio lunare della Casse Deserte. Il piccolo paese di Arvieux è immerso nel verde ed è dunque un paesaggio totalmente diverso rispetto alla vetta dell’Izoard.
Finita la discesa si percorre un breve falsopiano ed inizia la salita al colle dell’Agnello. Questa salita mi ha messo totalmente in difficoltà! Fino ai 2000 metri di Fontgillarde la salita non è mai ripida, ed è possibile trovare un paio di fontanelle fiorite lungo la strada. Dopo Fontgillarde si sale, e parecchio. Gli ultimi 8 km sfiorano quasi sempre il 10%! La vetta del colle dell’Agnello è però meravigliosa: oltre al panorama maestoso (sia dal lato italiano, sia da quello francese) è da segnalare la bella statua dedicata al povero Michele Scarponi (ciclista italiano morto nel 2017 a causa di un incidente stradale: qui sul colle dell’Agnello sacrificò una vittoria di tappa ormai certa per aiutare il suo capitano Nibali) .
Dal colle si raggiunge Pontechianale con una ripida discesa di 10 km. Qui mi sono fermato a dormire e mangiare a ‘La Buca di Bacco’: un posto perfetto per rilassarsi!
Infatti, la pedalata è stata lunga 75 km ed il dislivello 2600 metri.
Dopo le due tappe di alta montagna il meteo mi è venuto incontro: nuvole e pioggia mi hanno fatto ben pensare di saltare il Sampeyre e il Fauniera.
Da Pontechianale ho dunque preso due autobus per arrivare a Cuneo, raggiunta in circa due ore. Cuneo è una città che merita una visita: piazza Galimberti, via Roma e il viale alberato che porta al Santuario Maria degli Angeli sono interessanti! Il Bistrot dei Vinai è stata la mia scelta per pranzo: eccellente!
Nel pomeriggio ho preso il terzo autobus della giornata, che mi ha portato fino a Vinadio. Questo piccolo paese di montagna è famoso per il suo forte albertino, per un bel lago e per una delle acque più famose d’Italia. A Vinadio ho dormito nello chalet Nebius e mangiato al ristorante la Grotta: ok tutti e due!
Il giorno di riposo mi ha permesso di recuperare le forze per attaccare altre due salite storiche. Da Vinadio, infatti, la strada sale subito ripida verso il Colle della Lombarda: i primi 7 km hanno una pendenza media del 9%! Il paesaggio si fa sempre più bello salendo: ai 1800 metri di altitudine è possibile ammirare Sant’Anna (dall’altra parte della vallata), ai 2200 metri un piccolo lago di montagna e, finalmente, a 2350 metri si raggiunge il colle che unisce Italia e Francia. La Lombarda è quindi una salita difficile (anche gli ultimi 6 km sono all’8%) e bellissima (ho anche visto alcune marmotte, molto vicine al ciglio della strada!).
Dal colle si scende per 20 km fino al bel paese di Isola, e, dopo altri 13 km di falsopiano in salita, si raggiunge St. Etienne de Tinee. Questo paesello di montagna rappresenta l’inizio della salita che porta alla Cime de la Bonette, che con i suoi 2802 metri rappresenta il passo più alto d’Europa.I primi 6 km non sono mai ripidi, ed è possibile ammirare una bella cascata ai 1500 metri di altitudine. Da qui iniziano 8 km un po’ più impegnativi, al 7,5% medio: è possibile fare un ultimo rifornimento d’acqua a Bouseyas. Una volta raggiunti i 2250 metri la strada si fa meno dura ed è possibile vedere il piccolo Camp des Fourches, un avamposto militare costruito a fine 1800.
A 2700 metri si raggiunge il Col de la Bonette: qui è possibile vedere la piccola statua ‘Notre Dame du tres haut’, che ricorda che si è veramente in alto. Gli ultimi 600 metri portano alla vetta della Cime de la Bonette: questi sono veramente tosti e toccano il 15%! La soddisfazione in cima è stata veramente tanta! Il paesaggio è splendido, a tratti desertico.
Dalla cima de la Bonette si raggiunge Jausiers grazie a 23 km di discesa: una goduria!
La piccola Jausiers ospita un castello che ricorda quello delle favole di Neuschwanstein. Mi sento di raccomandare la Maison des Gueynieres ed il ristorante Les Arcades: ottima carne cruda!
Questa è stata la tappa più dura: 106 km e 3360 metri di dislivello!
L’ultimo giorno è stato il più semplice, quello da fine scuola. Da Jausiers si raggiunge facilmente il Col de Larche, o Maddalena. La strada non è mai dura, nemmeno in controvento come mi è capitato. Da Jausiers al colle, alto 1996 metri, non ho trovato nemmeno un goccio d’acqua. Questo colle ha dunque segnato il mio rientro in Italia: 1 km dopo il confine ci sono un piccolo lago ed un bar. Dal colle a Vinadio ci sono 32 km, tutti in discesa mai ripida. E’ quindi piacevole attraversare qualche piccolo borgo di montagna, tra cui Argentera.
Una volta raggiunta Vinadio, ho preso l’autobus per tornare a Cuneo, evitando così il traffico dei tanti tir che partono dallo stabilimento dell’acqua di Sant’Anna.
A Cuneo, dopo una piccola pausa al birrificio Baladin, ho preso il primo dei tre treni che mi ha riportato a casa.
Il giro delle salite storiche era dunque finito!
Ultima tappa: 55 km e 800 metri di dislivello.
Da Roma a Milano in bici, informazioni utili!
322 km e 9564 metri di dislivello
Zaino e bikepacking. Ho portato un mini zainetto sulle spalle con dentro reflex, drone, copriscarpe, kway ed il necessario in caso di crisi di fame. Nello zainetto attaccato al sellino ho messo il resto: quattro mutande, quattro calze, una maglietta, una maglietta ciclistica extra, una giacca a vento tecnica, spazzolino e dentifricio. In totale circa 2 kg di roba.
Bici: una Carnielli gialla del 2003 chiamata ‘La Poderosa’
Gli otto colli non sono mai pericolosi: forse il Sestriere è il più trafficato.
La salita più difficile è il colle delle Finestre, con i suoi 19 km al 9%. E’ anche la più bella, a mio parere.
Quattro dei colli sono italo-francesi: l’unica dogana è al Monginevro.
Sei degli otto passi superano i 2000 metri.
La provincia di Cuneo ha un ottimo servizio bus! E’ possibile caricare la bici sul bus, a patto che ci stia nel portabagagli (che è un po’ piccolino).
Per raggiungere Bussoleno e per ripartire da Cuneo ho usato Trenitalia: in questo caso nessun problema per il trasporto della bici.
Il col de Larche (o Maddalena) in teoria è vietato alle bici nel versante francese (motivazione: rischio caduta pietre). In pratica, nessuno rispetta il divieto.
I paesi di montagna sono molto belli: Vinadio è una piccola gemma.
Si mangia molto bene, si beve altrettanto bene: una citazione meritano gli amari di Vinadio e le chartreuse francesi.
Tornerò da queste parti per fare il Fauniera ed il Sampeyre!
E’ stato il secondo cicloviaggio del 2020. Il primo mi ha portato da Roma ad Angera, per 719 km !
11 Settembre, 2020