In questo post descrivo le informazioni utili per andare da Roma a Milano in bici!
Queste informazioni nascono dalla Roma – Angera , che ho fatto nel giugno 2020: 719 km indimenticabili!
La prima tappa è quasi tutta in territorio laziale, ma l’arrivo è in Toscana!
Questa giornata unisce due giri che ho già fatto: il lago di Bracciano ed il lago di Bolsena.
I primi 50 km che portano a Trevignano Romano sono sostanzialmente piatti. Da Trevignano si prende la salita di Rocca Romana (3 km al 7%) che segna l’inizio della Cassia. Dopo aver passato Sutri e Viterbo, al km 100 Montefiascone si prospetta bella e….minacciosa! Infatti per arrivare alla città famosa per il vino ‘Est! Est! Est!’ bisogna salire ai 550 metri di altitudine. Montefiascone mi ha accolto con un nuvolone nero: ho ben deciso di fermarmi a pranzo al buon ‘Ristorante da Roland‘ per rifocillarmi.
Dopo la pausa pranzo sono ripartito: a Bolsena il cielo si è fatto totalmente scuro, e mi sono riparato dal diluvio universale in un camping. Questa pausa si è rivelata lunga un’ora: volendo raggiungere Radicofani, mi sono messo l’anima in pace, un kway e il copriscarpe per la pioggia e sono partito.
Poco dopo, all’altezza di San Lorenzo, ho incontrato un secondo diluvio, intenso come il primo ma di durata più breve. Oramai mancavano pochi km per raggiungere Radicofani, di cui gli ultimi 8 in salita (al 7%: si raggiunge un’altitudine di 750 metri).
La soddisfazione di portare a termine i 173 km previsti è stata tanta! Mi sono fermato a dormire all’Hotel La Torre e ho mangiato i famosi ‘Pici’ a ‘Le ginestre dell’Ada‘: vinello e amaro non sono mancati!
La tappa è stata lunga, ma non troppo impegnativa. Infatti, le salite toste sono state tre: Trevignano Romano, Montefiascone e Radicofani. Il panorama è splendido praticamente lungo tutto il percorso. Il traffico è a tratti intenso uscendo da Roma e nella zona tra Viterbo e Montefiascone!
Dopo una piccola passeggiata nel bel centro storico di Radicofani (la cittadina merita assolutamente una visita) è giunto il momento di ripartire. I primi dieci km sono stati tutti in discesa. Ripresa la via Cassia ho pedalato verso San Quirico attraverso i magnifici paesaggi della Val D’Orcia: spicca per bellezza Poggio Covili!
Dopo aver passato la bellissima San Quirico, ho continuato a pedalare passando Buonconvento e dopo 70 km ho raggiunto Siena: un caffè nella città del palio ha rappresentato la fine della prima metà della tappa.
Da Siena ho raggiunto Monteriggioni: al km 85 era giunto il momento di pranzare in questa meravigliosa cittadina medievale! Ho pranzato al ristorante il Feudo, in modo tale da apprezzare appieno la bella piazza del piccolo paese.
Avevo, però, sottostimato la seconda parte della tappa: la salita che porta a Barberino Val d’Elsa è veramente tosta (circa 2 km al 10%!) Il paesaggio, in compenso, rimane meraviglioso. Da Barberino mancano circa 30 km a Firenze, inclusi i 4 km di salita (stavolta facili) che portano a San Casciano.
Dopo 144 km Firenze è finalmente raggiunta! Vedere Piazza della Signoria e Piazza del Duomo vuote a causa del Covid lascia una strana sensazione: le birre alla Brewdog (grazie Dany per la compagnia!) e un chilo di Fiorentina a ‘Le Fonticine‘ sono state il mio meritato premio! Mimi Guesthouse è stata perfetta: distante 300 metri da Piazza della Signoria ad un prezzo ottimo!
La tappa si divide sostanzialmente in due. La prima parte, fino a Monteriggioni, è andata via velocemente: ho incontrato solo dolci saliscendi. La seconda parte, invece, da Monteriggioni a Firenze è stata tosta, visto che alcune salite si sono rivelate veramente ripide!
Il traffico della Cassia a tratti è fastidioso, ma non l’ho trovato mai particolarmente pericoloso. Per quanto riguarda la bellezza, anche questa tappa è stata fantastica! La zona di Siena, in particolare, è una delle mie preferite in tutta Italia!
Questa tappa si preannunciava come la più difficile della ‘traversata’. Per andare da Roma a Milano in bici dovevo infatti superare l’appennino tosco-emiliano, attraverso il Passo della Futa (920 metri).
La tappa è iniziata male: per uscire da Firenze ho perso parecchio tempo a causa del traffico e anche a causa di un Google Map non esattamente collaborativo.
Dopo 35 km ho raggiunto Barberino del Mugello, la base della salita verso il Passo della Futa: i 600 metri di dislivello, diluiti in circa 13 km di salita, non sono insormontabili e li ho superati abbastanza agilmente.
Dal punto di vista del paesaggio, devo ammettere che il Mugello non mi ha stregato come la val d’Orcia: in compenso, la discesa che porta in Emilia Romagna è molto bella! Dopo aver passato bei paesi di montagna come Pian del Voglio e Montefredente mi sono fermato a mangiare ad una tipica trattoria (‘Al Bivio‘) poco prima di Rioveggio.
Da Rioveggio a Modena sono 70 km di pianura: i primi 45 sono molto belli, su una strada provinciale molto piacevole, mentre i secondi 25 sulla via Emilia mi hanno fatto capire le difficoltà della giornata successiva.
Modena era dunque raggiunta, dopo 145 km faticosi ma molto piacevoli!
A Modena suggerisco FM23 per bere ottime birre e mangiare il tipico gnocco fritto: il ristorante ‘Il Fantino‘ è stata una ottima prosecuzione! Ho dormito all’Ostello San Filippo Neri, che si trova ad appena 600 metri dal meraviglioso centro storico modenese.
Anche questa tappa si può quindi dividere in due parti. La prima parte è stata la più dura, ma anche la più bella; la seconda parte facile, in leggera discesa o pianura, ma pericolosa per il traffico della via Emilia negli ultimi 25 km.
Le difficoltà altimetriche della Roma – Milano in bici ormai erano finite: purtroppo iniziavano quelle stradali!
Infatti, la via Emilia è tutto quello che è più lontano dall’essere bikefriendly: la strada è spesso decisamente stretta, è trafficata (anche da camion di dieci metri) e non lascia un attimo di respiro.
In particolare ho odiato totalmente il tratto che porta da Modena a Parma: in questi 55 km il traffico l’ho trovato quasi insostenibile. Poco prima di Fiorenzuola mi sono fermato a mangiare alla trattoria ‘La vecchia caserma’: il cielo era ancora una volta minaccioso e non avrei mai voluto pedalare sulla via Emilia con la pioggia.
Dopo pranzo ho ripreso a pedalare ad un ritmo decisamente sostenuto: attraversare il Po al km 115 è stata una grande soddisfazione! La strada praticamente è un piattone: a Lodi ho fatto l’ultima pausa, anche in questo caso per evitare la pioggia. Dopo 180 km ho finalmente raggiunto Milano! Dopo la doverosa foto di rito al Duomo, ho raggiunto un mio amico ai Navigli e abbiamo festeggiato i 650 km in quattro giorni con le giuste e meritate birre da Pigato!
La tappa è stata praticamente totalmente pianeggiante. Delle quattro tappe è stata sicuramente la meno bella, e pericolosa per larghi tratti. Grande è stata, comunque la soddisfazione: da Roma a Milano in bici, impresa riuscita!
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- Da Roma a Milano in bici sono 650 km e 5500 metri di dislivello. Ho pedalato per quattro giorni, per circa 10 ore al giorno di media.
- I momenti più belli della pedalata sono stati: Radicofani, val d’Orcia, Monteriggioni, la discesa dal passo della Futa.
- I momenti più brutti? Solo uno, lungo circa 200 km: la via Emilia è qualcosa di allucinante in bici!
- Di conseguenza, come evitare la via Emilia? Una soluzione è quella di passare per Mantova, e poi Desenzano del Garda. Le colline moreniche sono bellissime e sicuramente meno trafficate!
- Ho mangiato benissimo in tutti i locali menzionati. Meritano una citazione particolare FM 23, con il suo strepitoso gnocco fritto, e le Ginestre dell’Ada di Radicofani.
- La Brewdog a Firenze è una sosta necessaria e doverosa!
- Nelle prime tre tappe non mancano i camping: si passa infatti vicino alla via Francigena.
- Zaino e bikepacking. Ho portato un mini zainetto sulle spalle con dentro reflex, drone, copriscarpe, kway ed il necessario in caso di crisi di fame. Nello zainetto attaccato al sellino ho messo il resto: quattro mutande, quattro calze, due magliette, una maglietta e un pantaloncino ciclistico extra, infradito, spazzolino e dentifricio. In totale circa 2 kg di roba.
- Bici: una Carnielli gialla del 2003 chiamata ‘La Poderosa’
- Si passano tantissimi paesi e città: il problema di cibo e acqua è dunque facilmente risolvibile. Per dormire, invece, bisogna prenotare qualche giorno prima.
- La rifarei? La risposta secca è ‘No!’ ma questa è la stessa risposta che mi sono dato dopo la prima maratona….poi ne ho fatto cinque 🙂
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6 Giugno, 2021