La 24 ore che mi ha portato in cima al Licancabur me la ricordo come fosse ieri. Sono partito da San Pedro de Atacama con uno dei tour che portano fino ad Uyuni. Dopo solo un’ora di macchina siamo arrivati al confine boliviano, dove ho immediatamente bevuto un mate di coca. Sbrigate le formalità, dopo ulteriori pochi minuti sono arrivato al rifugio dove avrei passato la nottata, o meglio le poche ore di sonno.
Dopo aver mangiato qualcosa, ho incontrato la guida (chiamato scherzosamente El Alto, per il fatto che è alto 1,60 circa) e i due compagni di avventura (due tedeschi di 18/19anni decisamente ben acclimatati, a differenza mia). La guida mi ha fatto tre domande per accertarsi del mio stato fisico: hai bevuto in questi giorni, hai mangiato carne rossa e sei abituato all’altura. Dopo aver risposto ‘brillantemente’ si/si/no, incredibilmente la guida Serafin mi ha comunque preso con se. Verso le 2.30 arrivarono diversi trekker: un gruppo era di ritorno dal Licancabur, un altro gruppo sarebbe salito l’indomani.
Dopo cena ci siamo accordati sull’orario: colazione alle 2.30, partenza alle 3.00.
Alle 2.30 Serafin mi ha detto ‘andiamo andiamo rapido!’ (anche perché l’altro gruppo era in fase di partenza) ma io mi sono impuntato per fare colazione. Dopo un breve tragitto in jeep, eravamo pronti a iniziare la scalata al Licancabur.
Siamo partiti da 4600 metri, e dopo pochi minuti un paio di trekker del gruppo davanti a noi si sono ritirati per problemi di altitudine. Dopo circa un’oretta, attorno ai 5000 metri, anche la ragazza di 19anni del nostro gruppo ha iniziato a soffrire parecchio l’altitudine. Io invece continuavo a salire benissimo: ma, dopo aver superato l’altro gruppo, verso i 5600 metri mi si è spenta la luce. Da lì in poi è stata veramente una faticaccia salire fino alla cima, ma un passo alla volta sono arrivato ai 5916 metri. Siamo rimasti in cima veramente poco, ma la vista era strepitosa: la laguna Verde, i vulcani di 6000 metri, il cratere con un’altra laguna…tutto incredibile!
Il tempo di mangiare due biscotti e tutti avevano già iniziato a scendere. Il mio ritmo era scandalosamente basso anche in discesa, ed ho perso di vista tutti e due i gruppi. Ad un certo punto mi sono trovato ad un bivio, mi sono buttato totalmente a caso a destra. Dopo 5 minuti ho sentito un ‘Holaaaa’ , che mi ha costretto a tornare indietro: con le ultime forze, sono tornato nel giusto tracciato. In tutto ciò, il fedele Garmin mi ha detto che avevo oltrepassato il confine boliviano/cileno per sbaglio…
Arrivati finalmente al punto di partenza (alle 11.30, tre ore prima del gruppo del giorno precedente, a dimostrare che il ritmo di salita era folle) sono riuscito a prendere il bus per Atacama con una stanchezza e con una felicità che andavano di pari passo a livelli altissimi!
2 Febbraio, 2016