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Correre una maratona: viaggiare e fare sport!

Correre una maratona: viaggiare e fare sport!

 

Correre una maratona è l’obiettivo di molte persone, allenate o meno. Il primo passo per correre una maratona è pensare all’entità dell’obiettivo: 42,195 km sono veramente tanti, e correrli tutti sono un’infinità! Si arriva alla maratona per vari motivi: una sfida personale, un’opera di beneficienza, una dedica ad un caro. Il pensare di correre una maratona è già un grande passo: molte volte mi sono sentito dire ’42,195 km non li farei neanche in motorino, figuriamoci di corsa!’

Questo post è dedicato dunque al percorso che mi ha portato a correre cinque maratone.

 

  Correre una maratona: come ci sono arrivato 

Prima del novembre 2015 avevo corso al massimo una mezza maratona, ma mai in modo ufficiale. Infatti, avevo raggiunto i 21,097 km solo come allenamento personale, chiudendoli in 1h45’. Avevo preso parte a qualche 10 km, con un personale di 44’30’’. Nel novembre 2015 andai a fare un meraviglioso trekking di 17 giorni: il Circuito dell’Annapurna in Nepal, con quota massima 5416 metri. Al ritorno, provai a correre di nuovo la mezza maratona: il tempo mi sorprese, in quanto avevo abbattuto il mio personale di ben otto minuti, arrivando a stare sotto l’1h37’.

A gennaio 2016 partii per un mese di viaggio in Sudamerica. Anche in quel caso feci vari trekking: il W del Paine e i 5.916 metri del Licancabur sicuramente mi tennero allenato. Al ritorno mi iscrissi alla mia prima mezza maratona ufficiale: la Roma – Ostia. Nel frattempo, l’idea della maratona mi iniziava a ronzare in testa: avevo completato 25 km, ma gli ultimi tre km erano stati abbastanza disastrosi. Completai invece con successo la Roma – Ostia: 1h34’56’’. Sul trenino, tornando a casa, chiesi ad altri atleti un parere: dato questo ottimo tempo, ma data la mia totale non preparazione alla maratona, conviene iscrivermi alla maratona di Roma? Iniziò un’accesa discussione: alcuni mi dissero di sì, altri no.

Decisi dunque di riprovare a correre una distanza superiore ai 21 km: ne corsi 26, ma ancora una volta gli ultimi due furono tutto tranne che soddisfacenti. Decisi comunque di iscrivermi alla maratona di Roma, in programma il 9 aprile 2016!

Le due settimane prima della maratona furono dedicate ad alcuni festeggiamenti: l’addio al celibato di un amico ed il novantesimo compleanno di mio nonno erano appuntamenti da non perdere. Arrivai a Roma la sera prima della maratona: delegai un mio amico a prendere il pettorale, perché non sarei mai arrivato in tempo!

 

  Correre una maratona: maratona di Roma

Alle nove del mattino del 10 aprile 2016 iniziò la mia prima maratona! La partenza era alla fine dei Fori Imperiali: poche maratone al mondo possono vantare una partenza bella come quella della maratona di Roma. La mia sensazione, però, era: ma io, che ci faccio qui? Il primo km ero totalmente imbottigliato: superai varie persone, e all’altezza del Circo Massimo finalmente trovai il mio passo. Prima di partire, infatti, decisi di applicare la strategia di correre a cinque minuti al chilometro per cercare di evitare il più possibile la crisi dovuta alla mancanza di allenamento.

Corsi di fianco alla Piramide Cestia, alla Garbatella, a San Paolo: per me era come correre a casa, visto che ho abitato per anni alla Garbatella! Chiacchierai con un ragazzo svizzero, che aveva già corso varie maratone: mi consigliò di non accelerare il passo, in quanto il muro del trentesimo chilometro si sarebbe rivelato difficile da superare. Ogni due chilometri circa vi era una banda musicale: correre a ritmo di musica è un vero e proprio piacere! Intanto Roma continuava a farsi apprezzare per tutta la sua bellezza: Castel Sant’Angelo, San Pietro…cosa chiedere di più ad una maratona?

Chiusi la prima parte della maratona in 1h45’: un metronomo! Al 26esimo chilometro il ritmo era ancora uguale: mi sentivo ancora bene! Al trentesimo chilometro, però, dovetti fermarmi per mangiare qualcosa: una banana, i sali…e via, ma il ritmo ormai era perso! Entrai dunque in una zona oscura: stavo correndo a Roma nord, in una zona che conoscevo poco, e soprattutto stavo correndo da ben due ore e mezzo, come mai fatto prima di allora! Il ritmo scese a 5’30’’/km: stavo ancora reggendo bene! Arrivato a via del Corso, al trentasettesimo chilometro, la luce si iniziò a spegnere. A Piazza Navona fui colpito dai crampi: avevo ancora degli zuccheri, che mi aiutarono ad uscire dalla crisi. A Piazza di Spagna ormai mi trascinavo, ma mancavano ormai solo due chilometri: non ci credevo!

L’ultimo chilometro, percorrendo in discesa Via Nazionale, fu una vera gioia: non ce la facevo più, ero totalmente distrutto, ma con una soddisfazione difficile da descrivere! All’arrivo, ai Fori Imperiali, feci fatica ad alzare le braccia: avevo finito la mia prima maratona!

Le prime sensazioni furono: ho finito la maratona, mai più nella vita una fatica del genere! Pian piano, però, mi resi conto che le 3h48’ furono un ottimo risultato e che, con un allenamento degno, avrei potuto concludere la maratona con meno fatica e con un risultato migliore.

 

  Correre una maratona: maratona di Parigi

Dopo qualche mese, mi iscrissi alla maratona di Parigi. Mi stava balenando l’idea di continuare a viaggiare facendo sport: maratone, mezze maratone, granfondo in bici…e vari trekking! A Parigi ci arrivai in condizioni diverse rispetto a quelle di Roma: inserii nel programma alcune ripetute (tre volte i 5 km, con stacco di tre minuti tra una ripetizione e l’altra, la mezza maratona con i cambi di ritmo (un chilometro a 4’45’’, uno a 5’15’’, il ventunesimo a tutta velocità), e arrivai a correre 30 chilometri. Inoltre, avevo corso la Granfondo Strade Bianche di Siena in bici (140 km). L’ultimo esercizio prima della maratona è stato il cosiddetto ‘un’ora a tutta’: correre veloce, a sensazione, per capire come stavo.

Il 9 aprile 2017, a pochi passi dall’Arc de Triomphe, iniziò la mia seconda maratona. Champs Elysee, Place de la Concorde, Rue de Rivoli: che bello correre nel centro di Parigi! Anche in questo caso impostai un ritmo base, di qualche secondo inferiore ai 5’/km: avevo l’obiettivo delle tre ore e mezza! Il percorso della maratona di Parigi si rivelò spettacolare: Vincennes con il suo bosco è un posto perfetto per correre! Gran parte del percorso è lungo la Senna: ovviamente non mancano le viste sulla Tour Eiffel e su Notre Dame!

Abbandonai il sogno delle tre ore e mezza al trentottesimo chilometro: una salita presso il Bois de Boulogne fu fatale per il mio obiettivo, in quanto fui sorpreso ancora una volta dai crampi. Arrivai ad Avenue Foch con il tempo di 3h37’: sebbene non raggiunsi l’obiettivo prefissato, fui decisamente soddisfatto di aver completato la maratona di Parigi!

 

  Correre una maratona: maratona di Venezia

Dopo nemmeno un mese mi iscrissi alla maratona di Venezia, su idea del mio amico Alberto. Ci presentammo con obiettivi totalmente diversi: lui voleva stare sotto le tre ore, io con l’obiettivo di terminarla. Infatti, prima della maratona di Venezia corsi al massimo 25 km (con una performance lontano dall’essere eccellente), correndo di nuovo una mezza con i cambi di ritmo e provandomi di nuovo nell’ora a tutta. L’allenamento di corsa era sicuramente insufficiente, forse addirittura peggiore a quello della maratona di Roma. Due settimane prima della maratona, però, ero stato in Africa: avevo raggiunto in 5.895 metri del Kilimanjaro completando un trekking di sei giorni.

La mia domanda prima di Venezia era dunque la seguente: l’altitudine del Kilimanjaro mi avrebbe permesso di correre una maratona dignitosa? Mi presentai alla villa Pisani di Strà con forti dubbi. Decisi di seguire ancora una volta il passo dei cinque minuti al chilometro. La maratona di Venezia, a differenza delle altre due descritte pocanzi, permette di ammirare molte zone fuori dalla città. In particolare, ho molto apprezzato correre lungo in Brenta: un percorso tranquillo, pianeggiante e piacevole!

Al trentesimo chilometro apparvero i primi segnali di crisi: il ponte della Libertà, che collega Mestre a Venezia, mi fu totalmente indigesto e smisi praticamente di correre. Camminando tranquillamente, mi fermai ad aiutare un ragazzo preso da crampi. Arrivato a Venezia centro, ripresi a correre presso piazza San Marco: mancavano due chilometri e una molla d’orgoglio mi fece terminare la maratona sotto le quattro ore, con il tempo di 3h57’. Ancora una volta terminare la maratona mi inorgoglì: applaudii soprattutto la performance del mio amico, che riuscì a stare sotto le tre ore (di appena quattro secondi, ma tanto basta!)

 

  Correre una maratona: maratona di Milano

Da novembre 2017 a febbraio 2018 dimenticai la corsa per dedicarmi a trekking e bici. In diciassette giorni di trekking arrivai all’Everest Base Camp, completando il circuito dei tre passi, ed in seguito pedalai i 1.100 km della Carretera Austral nella Patagonia cilena. A febbraio, quando tornai a correre, le sensazioni erano eccellenti: completai 25 km al ritmo di 4’40’’/km, e mi iscrissi alla maratona di Milano con l’obiettivo, ancora una volta, di stare sotto le tre ore e mezza. La Roma – Ostia percorsa in 1h33’11’’ fu un ottimo segnale, ed anche in bici le sensazioni continuavano ad essere ottime: la granfondo Strade Bianche fu un ottimo allenamento.

L’8 aprile 2018 a Porta Venezia a Milano iniziò la quarta maratona. Decisi di seguire un ritmo più alto rispetto alle altre maratone: chiusi la prima metà in 1h42’. Passai davanti al Duomo, a San Siro e per il parco Aniasi. Le sensazioni continuavano ad essere eccellenti: al trentesimo chilometro correvo ancora sotto i 5’/km. Il trentaseiesimo chilometro, nei pressi della City Life, fu il primo vero campanello d’allarme: 5’38’’. Nel trentottesimo chilometro la crisi divenne evidente: 6’55’’. Al trentanovesimo chilometro sopraggiunsero i crampi: ciao 3h30’. Ancora una volta decisi di camminare per un paio di chilometri. Cercai di correre gli ultimi trecento metri, ma ero veramente cotto, non ne avevo più!

Quarta maratona completata, 3h53’.

 

  Correre una maratona: maratona di Vienna

Per la quinta maratona decisi di tornare all’estero: la splendida Vienna mi aspettava. Nell’inverno 2018 – 19 mi dedicai ancora una volta al trekking: tra Etiopia e Guatemala feci fantastici trekking, soprattutto nelle Simien e sul vulcano Acatenango. A febbraio ripresi a correre: i trenta chilometri a 4’40’’/km e 26 km a 4’43/km su un percorso ricco di salite mi fecero di nuovo sognare l’obiettivo.

Il 7 aprile 2019 a Vienna iniziò la mia quinta maratona. Il percorso fu veramente fantastico: il centro, il parco del Prater, l’arrivo al municipio… uno spettacolo!

Per quanto riguarda la corsa, tenni un ritmo leggermente più alto rispetto a quello di Milano. Al trentesimo chilometro il ritmo medio è stato di 4’50’’: potevo permettermi di rallentare il ritmo. Un leggero crampo mi convinse definitivamente a rallentare, mettendomi su un ritmo di 5’20’’. Ad un chilometro dalla fine l’obiettivo era ormai vicino: avrei potuto stare sotto le 3h29’, ma non volevo rischiare una crisi definitiva. 3h29’09’’: obiettivo raggiunto!

 

INFORMAZIONI UTILI SU CORRERE UNA MARATONA

 

  • Come preparare una maratona? Ci sono tantissime tabelle su internet che insegnano cosa fare. Personalmente reputo che per correre bene una maratona serve allenarsi su una lunga distanza (30 km) e fare tanti cambi di ritmo (inteso come velocità, ma anche mettere salite nell’allenamento). L’ora a tutta è un allenamento totalmente personale che mi permette di capire cosa posso fare in gara: ad ottobre 2018 mi fece togliere l’iscrizione alla maratona di Lisbona in quanto non preparato (corsi, con un buon tempo, la mezza maratona, sempre a Lisbona).

 

  • Cosa si mangia durante una maratona? Io sono abituato a non toccare nulla fino al quindicesimo chilometro, quando bevo per la prima volta un po’ d’acqua. Mangio qualcosa dal ventesimo chilometro in poi, ogni cinque chilometri: biscotti, banane e sali sono le cose necessarie per me. Non ho mai usato barrette energetiche, anche se ho avuto recensioni decisamente positive. Fondamentale è non provare qualcosa di nuovo in gara: l’alimentazione bisogna provarla in allenamento.

 

  • La maratona più bella del mondo per me è quella di Roma. Nessuna città al mondo offre le sue bellezze.

 

  • A Vienna ho trovato il tifo più caldo. Tutti gli atleti sono applauditi e non mancano gli stand musicali lungo il percorso.

 

  • Per correre una maratona serve la testa. Dopo il 2019 ho corso al massimo una mezza maratona, anche a causa di qualche problema fisico. Ho continuato, però, a dedicarmi a bici e trekking.

 

  • Per passare dalla mezza maratona alla maratona servono, a mio parere, almeno tre mesi di allenamento continuativi. Ovviamente, sarebbe meglio seguire una tabella di allenamento precisa. Personalmente non sono mai riuscito a seguire pedissequamente una tabella: la passione per la bici mi ha spesso allontanato dalla corsa! Correre una maratona, comunque, è un’ottima scusa per continuare a viaggiare per il mondo e per conoscere appieno una città!

 

  • Non so se correrò ancora una volta la maratona. Finirla era un grande obiettivo, completarla sotto le 3h30’ un altro grande successo: per correre una maratona servono motivazioni ferree, e senza di queste è impossibile completarla! Sicuramente, però, mi piacerebbe correre una delle sei major marathons: tra Chicago, Boston, New York, Londra, Berlino e Tokyo sicuramente sceglierei New York. Un’altra maratona che mi piacerebbe correre è quella del Medoc: ai ristori si beve vino!

 

  • Dopo aver completato la maratona è difficile anche camminare: ci ho messo sempre 24 ore per recuperare le forze, e ho sempre reputato le birre fondamentali per un buon reintegro!

 

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Andrea, un viaggiatore da lungo tempo con una grande passione per trekking, bici e diving! Su travelsbeer.com potrete trovare tutte le informazioni e gli itinerari di viaggio scritti da Andrea: cinque continenti e tante vette conquistate intorno al mondo!

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