L’idea di andare da Roma ad Angera mi è entrata in testa l’anno scorso, durante la mia terza partecipazione alla Granfondo Strade Bianche: lì mi sono accorto che con un buon allenamento l’idea di pedalare da Roma, dove abito, ad Angera, dove sono nato, non era così folle.
Studiando la mappa ho visto le varie località da attraversare: Bracciano, Bolsena, Val D’Orcia, Siena, Firenze, Mugello….un sogno! Le tappe sono state messe in modo tale da rendere la Milano – Angera una passerella per i velocisti: ora racconto in dettaglio le cinque giornate.
La prima tappa della Roma – Angera mi ha portato direttamente in Toscana. Questa giornata unisce due giri che ho già fatto: il lago di Bracciano ed il lago di Bolsena. I primi 50 km che portano a Trevignano Romano sono sostanzialmente piatti: in questa cittadina ho preso un caffè prima di intraprendere la salita di Rocca Romana che segna l’inizio della Cassia. Dopo aver passato Sutri e Viterbo, al km 100 Montefiascone si prospetta bella e….minacciosa! Infatti per arrivare alla città famosa per il vino ‘Est! Est! Est!’ bisogna salire ai 550 metri di altitudine. Montefiascone mi ha accolto con un nuvolone nero: ho ben deciso di fermarmi a pranzo al buon ‘Ristorante da Roland’ per rifocillarmi.
Dopo la pausa pranzo sono ripartito: a Bolsena il cielo si è fatto totalmente scuro, e mi sono riparato dal diluvio universale in un camping. Questa pausa si è rivelata lunga un’ora: volendo raggiungere Radicofani, mi sono messo l’anima in pace, un kway e il copriscarpe per la pioggia e sono partito. Poco dopo, all’altezza di San Lorenzo, ho incontrato un secondo diluvio, intenso come il primo ma di durata più breve. Oramai mancavano pochi km per raggiungere Radicofani, di cui gli ultimi 8 in salita (al 7%: si raggiunge un’altitudine di 750 metri).
La soddisfazione di portare a termine i 173 km previsti è stata tanta! Mi sono fermato a dormire all’Hotel La Torre e ho mangiato i famosi ‘Pici’ a ‘Le ginestre dell’Ada’: vinello e amaro non sono mancati!
Dopo una piccola passeggiata nel bel centro storico di Radicofani (la cittadina merita assolutamente una visita) è giunto il momento di ripartire. I primi dieci km sono stati tutti in discesa. Ripresa la via Cassia ho pedalato verso San Quirico attraverso i magnifici paesaggi della Val D’Orcia: spicca per bellezza Poggio Covili! Dopo aver passato la bellissima San Quirico, ho continuato a pedalare passando Buonconvento e dopo 70 km ho raggiunto Siena: un caffè nella città del palio ha rappresentato la fine della prima metà della tappa.
Da Siena ho raggiunto Monteriggioni: al km 85 era giunto il momento di pranzare in questa meravigliosa cittadina medievale! Ho pranzato al ristorante il Feudo, in modo tale da apprezzare appieno la bella piazza del piccolo paese.
Avevo, però, sottostimato la seconda parte della tappa: la salita che porta a Barberino Val d’Elsa è veramente tosta (circa 2 km al 10%!) Il paesaggio, in compenso, rimane meraviglioso. Da Barberino mancano circa 30 km a Firenze, inclusi i 4 km di salita (stavolta facili) che portano a San Casciano.
Dopo 144 km Firenze è finalmente raggiunta! Vedere Piazza della Signoria e Piazza del Duomo vuote a causa del Covid lascia una strana sensazione: le birre alla Brewdog (grazie Dany per la compagnia!) e un chilo di Fiorentina a ‘Le Fonticine’ sono state il mio meritato premio! Mimi Guesthouse è stata perfetta: distante 300 metri da Piazza della Signoria ad un prezzo ottimo!
Questa tappa si preannunciava come la più difficile della ‘traversata’: dovevo infatti superare l’appennino tosco-emiliano, attraverso il Passo della Futa (920 metri).
La tappa è iniziata male: per uscire da Firenze ho perso parecchio tempo a causa del traffico e anche a causa di un Google Map non esattamente collaborativo. Dopo 35 km ho raggiunto Barberino del Mugello, la base della salita verso il Passo della Futa: i 600 metri di dislivello, diluiti in circa 13 km di salita, non sono insormontabili e li ho superati abbastanza agilmente. Dal punto di vista del paesaggio, devo ammettere che il Mugello non mi ha stregato come la val d’Orcia: in compenso, la discesa che porta in Emilia Romagna è molto bella! Dopo aver passato bei paesi di montagna come Pian del Voglio e Montefredente mi sono fermato a mangiare ad una tipica trattoria (‘Al Bivio’) poco prima di Rioveggio.
Da Rioveggio a Modena sono 70 km di pianura: i primi 45 sono molto belli, su una strada provinciale molto piacevole, mentre i secondi 25 sulla via Emilia mi hanno fatto capire le difficoltà della giornata successiva.
Modena era dunque raggiunta, dopo 145 km faticosi ma molto piacevoli!
A Modena suggerisco FM23 per bere ottime birre e mangiare il tipico gnocco fritto: il ristorante ‘Il Fantino’ è stata una ottima prosecuzione! Ho dormito all’Ostello San Filippo Neri, che si trova ad appena 600 metri dal meraviglioso centro storico modenese.
Le difficoltà altimetriche ormai erano finite: purtroppo iniziavano quelle stradali!
Infatti, la via Emilia è tutto quello che è più lontano dall’essere bikefriendly: la strada è spesso decisamente stretta, è trafficata (anche da camion di dieci metri) e non lascia un attimo di respiro.
In particolare ho odiato totalmente il tratto che porta da Modena a Parma: in questi 55 km il traffico l’ho trovato quasi insostenibile. Poco prima di Fiorenzuola mi sono fermato a mangiare alla trattoria ‘La vecchia caserma’: il cielo era ancora una volta minaccioso e non avrei mai voluto pedalare sulla via Emilia con la pioggia.
Dopo pranzo ho ripreso a pedalare ad un ritmo decisamente sostenuto: attraversare il Po al km 115 è stata una grande soddisfazione! La strada praticamente è un piattone: a Lodi ho fatto l’ultima pausa, anche in questo caso per evitare la pioggia. Dopo 188 km ho finalmente raggiunto Milano! Dopo la doverosa foto di rito al Duomo, ho raggiunto un mio amico ai Navigli e abbiamo festeggiato i 650 km in quattro giorni con le giuste e meritate birre!
Dopo i 188 km della tappa 4, i 69 km della tappa finale si presentavano come una passerella finale.
Ed effettivamente attraversare Rho, Legnano, Gallarate e Sesto Calende senza far quasi nessun metro di salita mi ha dato la sensazione di aver compiuto l’impresa: Angera mi ha accolto con una giornata meravigliosa e, dopo un volo celebrativo con il drone, ho festeggiato i 719 km con una ricca grigliata. La traversata era giunta al termine!
I grandi passi tra Italia e Francia!
La Carretera Austral, 1080 km pedalando nella Patagonia cilena!
Le Gorges du Verdon, itinerario splendido!
- 719 km e 6000 metri di dislivello circa in 5 tappe
- Momenti più belli: Radicofani, val d’Orcia, Monteriggioni, la discesa dal passo della Futa….casa!
- Momenti più brutti: 1, lungo circa 200 km: la via Emilia è qualcosa di allucinante in bici!
- Di conseguenza, come evitare la via Emilia? Si potrebbe passare da Cremona: non conosco la strada, ma sono pronto a scommettere che è meglio!
- FM 23 a Modena: tre birre, gnocco fritto e affettati dopo 145 km. La vita è bella!
- Nelle prime tre tappe non mancano i camping: si passa infatti vicino alla via Francigena.
- Zaino e bikepacking. Ho portato un mini zainetto sulle spalle con dentro reflex, drone, copriscarpe, kway ed il necessario in caso di crisi di fame. Nello zainetto attaccato al sellino ho messo il resto: quattro mutande, quattro calze, due magliette, una maglietta e un pantaloncino ciclistico extra, infradito, spazzolino e dentifricio. In totale circa 2 kg di roba.
- Bici: una Carnielli gialla del 2003 chiamata ‘La Poderosa’
- Si passano tantissimi paesi e città: il problema di cibo e acqua è dunque facilmente risolvibile. Per dormire, invece, bisogna prenotare qualche giorno prima.
- La rifarei? La risposta secca è ‘No!’ ma questa è la stessa risposta che mi sono dato dopo la prima maratona….poi ne ho fatto cinque 🙂
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16 Giugno, 2020