La via Francigena del Sud è la grande protagonista di questo post!
Infatti, dopo aver camminato lungo la via Francigena francese da Langres a Besancon, ho avuto la fortuna ed il piacere di camminare (e pedalare) di nuovo con l’Associazione Europee delle Vie Francigene (AEVF).
In particolare, ho preso parte al progetto Road to Rome: una staffetta di blogger e videomaker ha festeggiato i 20 anni di AEVF coprendo il percorso da Canterbury a Santa Maria di Leuca, passando ovviamente per Roma.
Ho preso dunque il testimone a Troia, provincia di Foggia. Il primo paese sulla via Francigena pugliese è Celle di San Vito, mentre l’ultimo è appunto Santa Maria di Leuca.
Troia è un piccolo comune di seimila abitanti. La storia di Troia risale addirittura ai tempi della Repubblica Romana. Dopo un periodo di decadenza, Troia fu fondata ufficialmente nel 1019.
Durante i secoli Troia fu oggetto di vari assedi: l’ultimo in ordine di tempo è stato quello sabaudo, nel 1860, durante la Spedizione dei Mille. Troia vanta un bel centro storico, impreziosito particolarmente dalla Concattedrale, costruita nell’XI – XII secolo. Costruita in stile romanico, la Concattedrale vanta un meraviglioso rosone (il più grande di tutta la Puglia): è costituito da 11 colonnine, che ricordano il tradimento del 12esimo apostolo, Giuda.
Con alcuni componenti di AEVF e altri ciclisti locali abbiamo raggiunto Castelluccio dei Sauri. La pedalata è stata tranquilla…fino al muro di Castelluccio! Infatti, per raggiungere il centro del paese abbiamo dovuto completare il cosiddetto Muro del Pianto, che tocca punte del 16% di pendenza.
Da Castelluccio abbiamo raggiunto velocemente Ordona: in totale abbiamo pedalato circa 40 km.
In serata siamo andati ad Ascoli Satriano a visitare lo splendido polo museale. Spiccano per bellezza i marmi, che erano il corredo di una tomba a camera: tra questi, la coppia di grifoni che sbranano una cerva lascia in particolar modo a bocca aperta!
Il secondo giorno abbiamo pedalato da Ordona a Canosa, per un totale di circa 60 km. Lungo questo percorso, ancora una volta prevalentemente piatto, abbiamo attraversato tre città: Stornarella, Stornara e Cerignola. In tutte e tre le località siamo stati accolti in modo spettacolare: a Stornarella abbiamo potuto apprezzare i dolci locali (in particolare le cartellate), a Stornara i murales, a Cerignola abbiamo pranzato in una location sottratta alle mafie.
Prima di arrivare a Canosa abbiamo attraversato lo splendido ponte romano, risalente a ben duemila anni fa. Le origini di Canosa, infatti, sono antichissime: secondo la tradizione fu fondata dall’eroe omerico Diomede. Divenne alleata di Roma già nel 318 a.C., ed accolse i Romani dopo la disfatta di Canne del 216 a.C. Canosa ospita tantissimi monumenti archeologici, e abbiamo avuto la fortuna di visitare il battistero di San Giovanni (dove è anche possibile osservare i resti di tre soldati del II secolo a.C.) e la meravigliosa Domus Romana, dove è possibile ammirare una parte dell’antica via Traiana.
La terza tappa ci ha portato da Canosa a Ruvo di Puglia, passando per Andria e Corato.
Abbiamo pedalato per 50 km, ed è stato uno splendido percorso! In particolare, abbiamo molto apprezzato l’idea di pedalare attraverso vigneti e piantagioni di ulivi bellissimi. La parte più bella del percorso, a mio avviso, è stata l’ultima: la parte di via Francigena che unisce Corato a Ruvo di Puglia è veramente spettacolare, immersa nel verde degli ulivi! N
Non siamo stati ricompensati solo dal paesaggio. Infatti, ad Andria abbiamo visitato la splendida confetteria Mucci, degustando ovviamente le loro specialità!
Anche Ruvo di Puglia è una cittadina storica. Spicca senza dubbio la Concattedrale di Ruvo di Puglia, un altro esempio di romanico pugliese. Ruvo è anche famosa per il vaso di Talos, conservato al Museo Jatta. Questo meraviglioso cratere ci racconta l’uccisione del gigante bronzeo Talos, il cui ruolo era quello di difendere l’isola di Creta.
Talos era tenuto in vita da un’unica vena, in cui scorreva piombo fuso: aveva solo un punto debole, all’altezza del calcagno. Il vaso racconta dunque la morte di Talos: la maga Medea aiutò l’approdo degli Argonauti a Creta annebbiando, con una pozione magica, i sensi del gigante, che inciampò su uno scoglio lacerando la vena del calcagno.
A Ruvo di Puglia abbiamo abbandonato le bici. Abbiamo percorso 20 km a piedi, arrivando a Bitonto. Lungo il percorso, ancora una volta ricco di piantagioni di ulivo, spiccano per bellezza il Portone del Parco (un arco del XVI secolo) e soprattutto la Chiesa di Santa Maria di Cesano, risalente all’XI secolo.
Il centro storico di Bitonto merita assolutamente una visita. La Concattedrale di Bitonto fu costruita nell’XI secolo sopra una cattedrale già esistente: nella cripta è possibile ammirare un mosaico rappresentante un grifone (pacifico, a differenza di quello di Ascoli Satriano).
Piazza Cavour è uno dei luoghi da non perdere a Bitonto: qui è possibile ammirare la Chiesa di San Gaetano, il Torrione Angioino, la Porta Baresana e Palazzo Sylos Calò.
L’ultimo giorno di cammino è stata una semplice passeggiata da Bitonto a Bari. Dopo appena un chilometro abbiamo potuto apprezzare la chiesa del Crocifisso, caratterizzata da una cupola a forma di trullo e da un interno barocco. Questa parte del cammino è obiettivamente la parte più noiosa: si cammina spesso lungo strade trafficate, non esattamente adatte ad un gruppo di camminatori. La situazione migliora decisamente a Bari: vedere il mare è una bella soddisfazione, e San Nicola è la giusta conclusione di questo cammino!
La via Francigena da Langres a Besancon!
8 Ottobre, 2021