La scalata ai 6.088 metri dell’Huayna Potosi era nella mia lista delle cose da fare da un po’ di tempo. Questo periodo di tempo è facilmente calcolabile: dopo la scalata al Licancabur, vulcano boliviano alto 5.916 metri, avevo voglia di scalare una montagna di 6.000 metri.
Il Huayna Potosi non è stato, però, il mio primo 6.000 metri: circa dieci giorni prima, infatti, ho scalato il Guallatire, un vulcano nel nord del Cile.
A differenza del Guallatire, i prezzi per salire il Huayna Potosi sono abbordabili. Infatti, ho pagato circa cento euro per la scalata dell’Huayna Potosi, tutto compreso. Ho organizzato la scalata con la compagnia Jiwaki.
Il primo giorno il van della compagnia mi è passato a prendere direttamente all’ostello (l’ottimo Wild Rover) di La Paz. Siamo andati nella sede della compagnia a provare le ultime cose. Io avevo tutto il necessario dal punto di vista dell’abbigliamento: la mia tenuta North Face era stata già abbondantemente collaudata sia in Nepal sia sul Guallatire. Avevo bisogno solo di ramponi, piccozza e imbrago.
Verso le 9.30 abbiamo lasciato La Paz. Dopo circa un’ora di strada ci siamo fermati in un’altra sede per provare gli scarponi, necessari per la parte sul ghiaccio.
Siamo così arrivati al campo base dell’Huayna Potosi verso l’una. Questo campo base, situato a quota 4.750 metri, è un vero e proprio rifugio, dove abbiamo pranzato.
Verso le due del pomeriggio abbiamo iniziato a camminare, raggiungendo il campo alto dell’Huayna Potosi dopo due ore di cammino. Il campo alto è un altro rifugio, ma decisamente più spartano. Le temperature a 5.150 metri sono decisamente più fredde. Dopo aver cenato alle 17.30, siamo andati tutti in branda, cercando di dormire.
A mezzanotte sono suonate le sveglie. Per ogni guida vi erano uno o due clienti: io ero da solo con la mia guida. Siamo usciti dal rifugio all’1.20, con temperature ben al di sotto degli zero gradi.
Il primo tratto non è stato piacevole: era un mix di rocce e ghiaccio, dove lo scarpone noleggiato non mi dava grossa fiducia. Ho tirato un bel sospiro di sollievo quando ho visto davanti a me il ghiacciaio.
Il primo tratto di salita sul ghiacciaio non è molto ripido. Qualcuno, però, iniziava a soffrire i sintomi dell’altitudine ed era costretto a tornare indietro. Le guide, dunque, hanno cambiato varie volte le cordate: io ero partito da solo, poi sono stato accorpato ad una ragazza che era rimasta sola, di nuovo da solo perché la ragazza non era in grado di continuare ed infine con una coppia di australiani.
Verso i 5.500 metri abbiamo attraversato un ponte di neve: ammetto di aver avuto un po’ di paura. Appena dopo il ponte la salita dell’Huayna Potosi si è fatta decisamente dura. Le pendenze che portano ai 5700 metri, infatti, sono attorno ai quaranta gradi. La ragazza della cordata non aveva apprezzato queste pendenze e ha vomitato abbondantemente.
In seguito, siamo saliti senza troppe difficoltà fino ai 5.900 metri. Da quest’altitudine è iniziata l’ultima parte della salita: alcune parti erano abbastanza vertiginose e, sommate con l’altitudine, mi hanno messo un po’ in difficoltà. Siamo arrivati in cima alle 6.30, giusto qualche minuto dopo l’alba. Dalla vetta dell’Huayna Potosi è possibile ammirare un paesaggio meraviglioso: il lago Titicaca, le vette dell’Illimani, del Sajama e del Parinacota…uno spettacolo!
La discesa mi è sembrata meno difficile di quanto mi aspettassi. Nonostante la stanchezza infinita, seguendo la stessa traccia dell’andata, siamo riusciti ad arrivare al campo alto alle dieci. L’ultima parte, quella che in piena notte avevo sofferto, l’abbiamo affrontata con i ramponi: sicuramente mi sono sentito più sicuro.
Al campo alto abbiamo mangiato una zuppa e ripreso le cose che avevamo lasciato. Per scendere al campo base abbiamo usato di nuovo i ramponi: questa scelta è stata azzeccata in quanto ormai la stanchezza era preponderante in tutto il gruppo. Verso le 12.30 eravamo al campo base: la scalata all’Huayna Potosi era riuscita con successo!
Dopo aver salutato le guide, il van ci ha riportato a La Paz: alle 14.30 ero già nel letto dell’ostello a dormire sonni felici!
29 Giugno, 2023