Cosa vedere in Indonesia era una domanda che mi ero già posto nel gennaio 2020: infatti, avevo prenotato un volo per Giacarta per maggio 2020, ma causa Covid 19 questo viaggio è stato posticipato di ben due anni. Ho avuto dunque la possibilità di visitare questo magnifico Paese asiatico lavorando come coordinatore: ho infatti accompagnato un gruppo di nove persone, ed è stato molto bello condividere le bellezze indonesiane con loro.
Per questo itinerario di viaggio in Indonesia bisogna calcolare almeno tre settimane di viaggio.
Il nostro viaggio in Indonesia è iniziato da Yogyakarta. Tra i 34 Stati che compongono l’Indonesia, lo stato di Yogyakarta si caratterizza per essere governato con un antico sistema monarchico: per la precisione, lo stato di Yogyakarta è ancora retto da un sultano. Nel centro città di Yogyakarta è possibile vedere il Kraton (il palazzo del Sultano) ed il Taman Sari (una sorta di Spa del Sultano). Le meraviglie di Yogyakarta, però, sono al di fuori del centro storico.
Infatti, a circa un’ora di strada è possibile ammirare le bellezze di Prambanan e Borobudur. Questi due complessi sono accomunati dallo stesso biglietto di ingresso ma non sono esattamente vicini tra loro: il costo della visita combinata è pari a circa 40 euro ed è possibile ammirare tutti e due i templi partecipando ad una lunga gita giornaliera partente da Yogyakarta.
Prambanan è un complesso architettonico composto da ben 232 templi induisti: la sua costruzione risale al IX secolo d.C. Poco dopo la costruzione, però, il complesso fu abbandonato: dopo secoli di abbandono, fu soggetto a ristrutturazioni a partire dal 1918. I tre templi principali sono dedicati a Shiva, Brama e Vishnu: il primo, in particolare, viene considerato il più bel tempio induista dell’Indonesia.
Borobudur, invece, è un tempio buddhista. La storia è molto simile a quella di Prambanan: infatti, fu costruito nei primi anni del IX secolo d. C. e fu abbandonato per mille anni. L’edificio è composto da ben dieci terrazze, suddivise in tre gruppi: il primo è dedicato al desiderio, il secondo alla purificazione, il terzo al raggiungimento del Nirvana. Purtroppo, non mi è stato possibile raggiungere la terrazza più alta in quanto al momento il tempio è in fase di ristrutturazione. Nonostante la chiusura, Borobudur è una vera e propria meraviglia! A mio parere, tutti e due i complessi architettonici devono far parte di un itinerario di viaggio indonesiano.
Yogyakarta è un’ottima base per visitare Prambanan e Borobudur: consiglio il Legian Garden Restaurant e il Sakapatat Brew House per mangiare e bere! Per visitare Prambanan e Borobudur bisogna calcolare due notti di permanenza a Yogyakarta.
Sempre sull’isola di Giava, è possibile ammirare una vera e propria meraviglia naturare, il vulcano Bromo. Distante circa sei ore da Yogyakarta, il vulcano Bromo fa parte della caldera di Tengger ed è alto 2392 metri.
La visita al vulcano Bromo inizia alle tre del mattino: una jeep (costo 40 euro) porta fino al punto panoramico più alto. Da qui, nonostante una calca umana impressionante, è possibile ammirare un’alba spettacolare! Infatti, il fumo del vulcano Bromo, accompagnato dalle luci dell’alba, è uno spettacolo indimenticabile!
Dopo aver ammirato l’alba, è possibile raggiungere la caldera: 250 scalini permettono di arrivare al bordo della caldera. Camminare qui, con il fumo che esce dalla caldera, è un’esperienza unica ed è sicuramente un momento indimenticabile del viaggio in Indonesia.
Il costo d’ingresso è di circa 15 euro: ho dormito a Gubuk Ndeso Homestay, distante un’ora di jeep dal vulcano Bromo. Qui è possibile ammirare un video con il drone!
Dal vulcano Bromo è possibile raggiungere un altro vulcano, Ijen: con il mio gruppo ci siamo spostati con un transfer, della durata di circa sei ore.
A differenza del vulcano Bromo, per raggiungere la vetta del vulcano Ijen bisogna intraprendere una camminata. In questo caso siamo partiti dalla nostra guesthouse (Kampoeng Joglo Ijen) all’una del mattino. Dopo un’ora siamo arrivati alla base del vulcano: qui inizia un sentiero di tre chilometri che porta alla sommità del cratere. La salita è a tratti ripida e porta a 2799 metri di altitudine! Una volta raggiunto il cratere, è possibile discendere fino alle sponde del lago craterico, considerato il lago più acido al mondo (PH pari a 0,5). Il gas solforico forma il fenomeno delle fiamme blu: di notte, infatti, il gas solforico si accende di blu. L’effetto è particolare: infatti, sembra di vedere il gas da cucina acceso davanti ai propri occhi!
Questo effetto, però, viene condizionato dall’essere umano che ‘forza’ la scena per rendere più visibile lo spettacolo. Inoltre, la discesa è formalmente sconsigliata in quanto i fumi possono essere pericolosi: è obbligatorio scendere con una maschera a gas. Tuttora, ogni giorno i minatori di zolfo scendono al cratere: possono portare fino a 75 chili di materie prime (e la discesa e la risalita non sono facili, in quanto ci si impiega almeno mezzora). Sinceramente non sono stato molto impressionato dal fenomeno delle fiamme blu, in quanto, come detto prima, forzato dalla mano umana. Ho anche assistito ad una scena che reputo tristissima: una ragazza occidentale ha gridato ad uno dei minatori di spostarsi perché ‘disturbava’ il suo selfie.
Se la visita alla parte bassa del lago non mi ha impressionato, la vista del lago dall’alto, invece, è sublime! Ammirare il vulcano Ijen dall’alto, infatti, è un vero e proprio spettacolo della natura!
Dal vulcano Ijen si arriva velocemente a Bali. Infatti, Giava e Bali sono collegate da un traghetto: in solo mezzora si può passare da un’isola all’altra. Il nord di Bali è caratterizzato da un verde rigoglioso. In particolare, la zona di Munduk è ricca di cascate: spiccano per bellezza la cascata di Munduk e le cascate gemelle di Banyumala.
Le seconde, in particolare, sono veramente splendide e permettono di fare una breve nuotata. Fare la doccia sotto la cascata di Banyumala è qualcosa di rigenerante! Per arrivare alle cascate bisogna camminare circa quindici minuti: il sentiero passa per il classico verde rigoglioso di Bali ed è bello ammirare i tipici fiori della zona!
Sempre a Munduk è possibile ammirare la Munduk Gate, che vuole ricordare un vulcano ‘aperto’ nella parte centrale, come a dare il benvenuto. Nei pressi della Munduk Gate vi è un resort di golf che può essere un’ottima scelta per dormire.
Nel bel mezzo dell’isola di Bali vi sono le risaie di Jatiluwih, che fanno parte dell’Unesco. Bisogna pagare un biglietto di ingresso (circa tre euro) per camminare tra le risaie. Vi sono diversi sentieri che permettono di ammirare da vicino i terrazzamenti: il sentiero più lungo è di 2,5 km.
Con il gruppo abbiamo percorso il sentiero più lungo: è bellissimo ammirare la cultura balinese da vicino e apprezzare le meravigliose risaie. Poco prima dell’ingresso alle risaie vi sono alcuni ristoranti dove è possibile mangiare con vista panoramica sulle risaie. Village above the clouds è, infine, un ottimo posto per dormire, sempre con vista risaie!
Bali è famosa nel mondo anche per i suoi magnifici templi. Pura Ulun Danu Bratan è uno dei templi più caratteristici, in quanto unisce templi buddhisti a templi induisti. I miei templi preferiti sono, però, Pura Tanah Lot e Uluwatu. Pura Tanah Lot è costruito su una imponente formazione rocciosa: con lo stesso biglietto d’ingresso è possibile visitare anche il tempio Batu Bolong, costruito sempre su una roccia.
Uluwatu, invece, si trova nel sud dell’isola di Bali: questo tempio si trova nella parte terminale di una roccia a picco sull’oceano. Il tramonto da Uluwatu è veramente imperdibile!
A poca distanza da Uluwatu vi è Bingin Beach, una delle spiagge più belle di Bali.
Bali è stata, comunque, abbastanza deludente. Ubud, in particolare, è oppressa dal turismo occidentale e ha perso la sua tipicità. A Ubud merita comunque una visita il santuario delle scimmie: attenzione che sono parecchio espansive e saltano addosso senza scrupoli! Tra i posti deludenti metto anche il Pura Tirta Empul, un tempio sacro agli induisti. In questo tempio vi sono 14 fontane, tra cui la più importante è la settima, dedicata all’amore eterno: purtroppo, il tempio è preso d’assalto dal turismo e la sacralità è, a mio avviso, perduta. In compenso, a Ubud si mangia molto bene! Batubara wood fire è un’eccellente scelta per gli amanti della carne, mentre l’Osteria è il tipico ristorante italiano adatto alle persone a cui manca una pizza nostrana. Al Blue Door è possibile bere un buon cocktail.
Il parco naturale di Komodo è spettacolare! Per arrivarci bisogna fare base a Labuan Bajo, piccola cittadina dell’isola di Flores. Vi sono vari tour che portano nel parco naturale di Komodo. Personalmente ho scelto l’opzione lunga due giorni, quindi trascorrendo una notte in barca: sono rimasto molto contento della scelta! Gli highlights del tour sono il trekking che porta alla cima dell’isola di Padar (viste strepitose!), lo snorkelling a Manta Point (generalmente le mante frequentano queste zone da novembre a marzo, ma ne ho viste ben dieci facendo snorkelling!), snorkelling a Pink Beach (la spiaggia è veramente di colore rosa!) e la visita ai dragoni di Komodo.
Quest’ultimo punto merita un approfondimento. Komodo è popolata da ben 1700 dragoni, che vivono solo in queste zone del mondo. Questi animali possono pesare fino a 160 kg e hanno caratteristiche impressionanti: tra le altre, le madri possono mangiare i loro figli. Ho visto due dragoni sulla spiaggia di Komodo: ammetto, però che la vista di questi dragoni mi ha lasciato quantomeno perplesso in quanto sembravano sedati.
Komodo è un paradiso per i divers! Ho fatto sei immersioni e ho visto squali, tartarughe, murene… un paradiso! Consiglio Uber Scuba e Blue Marlin: operator eccellenti! A Labuan Bajo ho mangiato molto bene a La Cantina, Baccalà e la Santeria. Inoltre, vi sono alcuni bar per soddisfare la voglia di birra: Beer o’ clock e Seaesta Komodo. La Boheme Bajo è un ottimo ostello, e mi ha aiutato ad organizzare la gita di due giorni a Komodo.
Nelle vicinanze di Labuan Bajo vi è una bellissima grotta con acqua salata: Rangko Cave. E’ possibile arrivare con un motorino fino a Tanjung Boleng (quindici chilometri di strada): da lì, una barca porta all’ingresso (da calcolare circa 20 euro per la barca e 4 euro per l’ingresso).
Il mio esordio a Flores, e che esordio! Il vulcano Kelimutu non si raggiunge facilmente. L’aeroporto più vicino si trova ad Ende, distante circa 50 km (le strade indonesiane non sono facili, quindi bisogna calcolare almeno un’ora e mezza di transfer). Il paese più vicino al vulcano si chiama Moni: ho dormito due notti alla Bintang Tobias guesthouse, ottima!
Da Moni, la migliore opzione per visitare il vulcano consiste nell’affittare un motorino e percorrere i 12 chilometri che portano all’ingresso del parco (il costo d’ingresso è pari a 10 euro nei giorni feriali, 15 di domenica). Una volta raggiunto il parco, si raggiunge il punto panoramico camminando per circa mezzora. La vista dalla vetta è sublime! Infatti, è possibile ammirare tre laghi totalmente diversi tra loro. Il lago di colore si chiama Elderly Lake: le anime delle persone che si sono comportate bene finiscono qui. Il secondo lago, di tonalità azzurro scuro, ospita le anime che necessitano del Purgatorio. Il terzo lago, di tonalità azzurro chiaro, è il lago dei giovani ed è una sorta del nostro inferno.
L’attività geologica è costante e il colore dei laghi cambia in continuazione. Kelimutu, che si trova a 1639 metri di altitudine, è venerato dalla popolazione locale: il 14 agosto di ogni anno la popolazione Lio viene in processione per chiedere la benevolenza per l’anno successivo.
A Moni ho mangiato molto bene a Mopi’s Place e Good Moni. A tre chilometri di distanza da Moni vi sono delle hot springs: ad Air Panas Liasembe, infatti, è possibile rilassarsi (le hot springs vengono comunque utilizzate come lavanderia dalla gente locale).
Infine, ma non per ultimo, ecco il paradiso indonesiano! Per raggiungere Raja Ampat bisogna fare un lungo viaggio. Personalmente, ho preso prima un aereo da Bali a Makassar ed infine a Sorong. Da qui, un traghetto porta a Waisai, il ‘centro’ di Raja Ampat.
A Waisai è possibile trovare qualche guesthouse, come la Papuarts Alternative Stay dove ho dormito. Per ammirare appieno Raja Ampat bisogna prendere parte a delle escursioni. Imperdibile è sicuramente l’escursione che porta a Piaynemo: il punto panoramico è veramente sublime! Le altre escursioni sono state organizzate da Olin dive center: fare immersioni tra le isole Sawandarek e Friwen, ed infine nei posti più importanti come Blue Magic e Cape Cry, è stata un’esperienza indimenticabile!
Raja Ampat non ha una stagione migliore delle altre: queste isole, locate geograficamente in Papua, quindi in Oceania, sono caratterizzate da tanta pioggia, costante nei dodici mesi dell’anno.
Angkor Wat, la perla della Cambogia!
La stagione migliore per visitare l’Indonesia corrisponde alla nostra estate. In particolare, la stagione secca tra Bali e Flores va da giugno a settembre. Sulawesi e Raja Ampat, invece, hanno un clima migliore da febbraio a maggio. Il clima in Indonesia è molto particolare e ogni isola ha il suo clima: consiglio di visualizzare questo sito per avere informazioni dettagliate isola per isola!
8 Settembre, 2022