Nel settembre 2016 sono andato per la terza volta in Islanda per percorrere il trekking Laugavegur. Io e Gaddo abbiamo deciso di andarci negli ultimi giorni prima dell’arrivo dell’inverno. L’idea di andare lassù praticamente a fine stagione può sembrare abbastanza stupida ma in questo modo avevamo la possibilità di provare a vedere l’aurora boreale, mai vista né in Alaska né nel primo viaggio islandese.
Siamo arrivati all’aeroporto di Roma Fiumicino e ci siamo resi conto che il nostro volo era in ritardo. Infatti, dovevamo partire alle 23.15 e siamo partiti alle 12.37, quindi con quasi 14 ore di ritardo, dopo aver dormito prima in aeroporto e poi in un hotel vicino a Fiumicino.
Per fortuna abbiamo avuto la possibilità di cambiare tutte le nostre prenotazioni e quindi il viaggio era salvo. Appena arrivati a Rejkyavik siamo andati a mangiare (come classico, quando vado in Islanda) a Seabaron / Sægreifinn: il menù con zuppa di aragosta, un assaggio di balena e altre cose è sempre qualcosa di straordinario.
Alle sette di mattina siamo partiti in bus con direzione Landmannalaugar, località raggiunta dopo circa due ore e mezza. Appena siamo arrivati ci siamo rilassati nelle naturali terme d’acqua calda. Dopo il meritato relax abbiamo acquistato le ultime cose necessarie, incluse tre birre a testa per le tre notti.
Il primo giorno del trekking Laugavegur è stato semplicemente fantastico! Questo è anche il giorno col dislivello più impegnativo: si passa infatti dai 500 metri di Landmannalaugar ai 1000 metri di Hradntinnusker. In questa camminata è possibile ammirare geyser, montagne di vari colori, vallate verdi e alla fine si passeggia sulla neve: splendido!
Arrivati al rifugio, abbiamo cucinato quelli che sarebbero stati eletti i peggiori spaghetti aglio e olio della storia. Abbiamo cucinato 500 grammi di spaghetti, che non siamo riusciti a finire e abbiamo regalato al proprietario della pensione, che molto probabilmente li avrà dati a qualche cane della zona. Eravamo piuttosto spaventati dal freddo notturno, ma all’interno del sacco a pelo la temperatura era davvero confortevole. L’unico problema era la camminata al gelo per arrivare al bagno, situato fuori dal rifugio!
La traccia del giorno è disponibile sul mio account Garmin.
Il giorno dopo ci siamo svegliati con una sorpresa: la neve. Dopo aver tergiversato un po’ ci siamo lanciati e abbiamo iniziato a camminare sotto una nevicata, a tratti decisamente fitta.
Il paesaggio era decisamente di montagna, e ci è toccato mangiare il nostro pranzo a base di salmone sotto i fiocchi di neve. La visibilità continuava ad essere quasi nulla, ma un pallido sole ha fatto capolino giusto in tempo per apprezzare il punto panoramico sul lago Alftavatn. Così, dopo le fumarole e la neve, abbiamo visto un paesaggio decisamente più verde e il lago. Arrivati al rifugio abbiamo cucinato i nostri spaghetti (che non erano disgustosi come quelli della sera prima) e bevuto le nostre birre, che sono state invidiate da tutti gli altri trekker.
La camminata non è stata lunga, ma comunque siamo arrivati all’arrivo stanchi!
La terza giornata del Laugavegur è iniziata con l’attraversamento di un ruscello. Eravamo piuttosto spaventati, ma l’acqua gelida è stata decisamente ritemprante! Continuando la camminata, il paesaggio diventa vulcanico: si cammina attraverso una lunga pianura caratterizzata dalle tipiche pietre nere laviche. Ogni tanto è possibile trovare qualche piccolo ruscello e aree particolarmente rocciose. In una di queste Gaddo ha rotto il suo IPhone e tutte le divinità vichinghe sono state salutate più o meno affettuosamente in quel preciso momento.
Vicino al campo di Ermstrur c’è un bellissimo canyon: vale la pena fare la piccola deviazione!
L’ultimo giorno del Laugavegur è iniziato ancora una volta in un paesaggio di colore nero, dovuto alla grande attività vulcanica: continuando a camminare il colore nero ha lasciato spazio ad un verde lussureggiante. Poco prima di fine cammino ci aspettava e un altro fiume da attraversare, sempre in sandali.
Siamo arrivati a Porsmork abbastanza esausti, dal momento che le distanze giornaliere non sono così brevi e il freddo a volte è piuttosto impegnativo. Tutto ciò ha aumentato la soddisfazione per avere portato a termine questo splendido trekking!
Arrivati a Reykjavik, abbiamo avuto il tempo di fare una doccia, una cena e bere alcune birre prima di partecipare ad un tour con lo scopo di vedere l’aurora boreale. Inizalmente abbiamo visto alcuni colori nel cielo, ma non avevamo ancora detto il fatidico ‘wow’: grazie all’autista, finalmente abbiamo visto una vera aurora e siamo rimasti totalmente soddisfatti del nostro viaggio islandese! Ci vediamo ancora, Islanda 🙂
9 Settembre, 2016