In questo post descrivo le strade più alte d’Europa. Con questa definizione includo solo i passi carrozzabili da ambo i lati. Ho percorso tutti e sei i passi più alti d’Europa in bici: quasi tutti durante un cicloviaggio! Sono tutti passi bellissimi: ognuno ha le sue proprie meravigliose caratteristiche!
La Bonette, con i suoi 2802 metri, è ufficialmente il passo carrozzabile più alto d’Europa.
In realtà, il colle è leggermente più basso sia dello Stelvio sia del colle dell’Agnello: ma effettivamente i 2802 metri della cima de la Bonette sono il punto più alto asfaltato d’Europa.
La salita è splendida sia dall’alta Provenza (Jausiers), sia dalle Alpi Marittime (St. Etienne de Tinee). In tutti e due i casi si sale per circa 25 km al 6,5 % medio.
Poco prima della vetta è possibile ammirare delle fortificazioni, denominate Camp des Fourches, in uno scenario montuoso spettacolare! Io sono salito da St. Etienne de Tinee e sceso a Jausiers: ho affrontato questa salita lungo il cicloviaggio che mi ha permesso di scalare tanti passi tra Italia e Francia!
A quota 1900 metri, nel versante di St. Etienne de Tinee, c’è Restaurant le Pratois: potrebbe essere un buon punto di appoggio. Dopo questo, non c’è più nulla fino a Jausiers!
Ho affrontato la Bonette durante un meraviglioso cicloviaggio tra Italia e Francia. In quella tappa ho scalato anche la Lombarda, per un totale di 106 km e 3360 metri di dislivello.
L’Iseran, con i suoi 2770 metri, divide la Val Cenis con la Tarentaise.
Dalla Val Cenis, Bonneval sur Arc è l’ultimo paese prima dell’Iseran: mancano ormai 13 km, e circa 1000 metri di dislivello da superare. La pendenza media del 7,3% non deve trarre in inganno: due km quasi pianeggianti abbassano il valore. L’Iseran in bici da Bonneval sur Arc è una fatica tremenda: spesso le pendenze si aggirano all’8-9%. I km più difficili dell’Iseran sono gli ultimi tre: qui si pedala spesso al 10%.
Dalla vetta il panorama è spettacolare: c’è anche un piccolo bar dove rifocillarsi! Dal col d’Iseran si raggiunge in 17 km Val d’Isere. La strada continua scendere fino a Seez: in totale sono 48 km! Anche questa valle è molto bella: bisogna però prestare attenzione ai tunnel dopo Val d’Isere, in quanto alcuni sono poco illuminati.
L’Iseran ha le pendenze più arcigne dalla Val Cenis: da Lanslebourg al colle de l’Iseran la strada è splendida, e ne parlo approfonditamente nel post dedicato alla Susa Aosta in bici.
Bonneval sur Arc e Val d’Isere sono gli ultimi appoggi prima della vetta.
Nello stesso giorno della scalata all’Iseran avevo completato in precedenza il Moncenisio: un giro splendido!
Il Passo dello Stelvio, con i suoi 2758 metri, il passo più alto d’Italia. Collega la Lombardia al Trentino Alto Adige e si trova all’interno delle Alpi dell’Ortles. E’ raggiungibile da ben tre lati: da Bormio, da Prato allo Stelvio e dalla Svizzera, via Umbrail Pass.
Ho affrontato lo Stelvio in due occasioni, sempre da Bormio: la prima volta durante la Granfondo Stelvio Santini, la seconda durante il Giro 2017 (tappa vinta da Nibali, ma diventata famosa per i problemi fisici di Dumoulin).
Da Bormio si raggiunge lo Stelvio in 21 km, con una pendenza media del 7%. Non vi sono pendenze estreme, ma gli ultimi tre km sono parecchio ripidi in quanto superano sempre l’8%.
Da Prato dello Stelvio si arriva in cima in 24 km, con une pendenza media del 7,5%. In realtà, il primo pezzo è quello più soft: da Trafoi alla vetta le pendenze sono quasi sempre costanti sopra l’8%. E’ sicuramente il versante più difficile!
Anche dai Grigioni svizzeri, per l’esattezza Santa Maria, la salita è difficile. I 13 km all’8,5% portano fino al passo Umbrail: a quota 2500 metri, la strada si unisce con quella che sale da Bormio.
Con i suoi 2744 metri di altitudine il Colle dell’Agnello è uno dei colli carrozzabili più alti d’Europa. Sia dal versante italiano (Pontechianale) sia dal versante francese (Guillestre) le difficoltà vere si vedono alla fine: infatti negli ultimi 9 km le pendenze si aggirano sempre attorno al 9-10%.
Dal versante italiano la strada diventa particolarmente ripida appena usciti da Pontechianale, mentre dal versante francese le difficoltà vere iniziano dopo Fontgillarde.
Anche in questo caso il paesaggio è sublime! In vetta è possibile ammirare una statua dedicata a Michele Scarponi, il ciclista italiano morto in un tragico incidente stradale nel 2017.
Pontechianale e Fontgillarde sono gli ultimi appoggi prima della vetta: nella sommità non c’è nessun bar.
Anche il Colle dell’Agnello ha fatto parte del cicloviaggio tra Italia e Francia: nella stessa tappa ho percorso 76 km, compreso l’Izoard!
Sempre nel dipartimento delle alte alpi francesi è possibile scalare il Galibier in bici.
Il versante che parte da Briancon è quello più semplice: per arrivare ai 2642 metri si passa prima per il Col du Lautaret, che non è mai ripido (solo gli ultimi km superano il 5%). Dal Lautaret alla cima mancano 8 km, al 7% medio.
Il Galibier più duro è quello che parte da Valloire, che è raggiungibile dopo aver scollinato il Col du Telegraphe. I 18 km da Valloire hanno una pendenza media del 7%, ma gli ultimi 8 km sono i più complicati, all’8,5 % medio.
Il versante di Valloire, oltre ad essere più duro, è il più bello. Dalla vetta è possibile ammirare uno splendido panorama su entrambe le vallate.
Gli amanti del ciclismo ricordano il Galibier per la mitica impresa di Pantani nel Tour 1998, quando conquistò la maglia gialla con una meravigliosa azione da lontano.
Ho scalato due volte il Galibier. Nel 2017 sono partito da Briancon (traccia Strava): ho visto la tappa del Tour de France vinta da Roglic, con Froome in maglia gialla. Nel 2018 ho affrontato il Galibier da Valloire, durante la Granfondo Marmotte (ecco la traccia Strava) .
Il Col du Lautaret, a quota 2000 metri, può essere utilizzato come appoggio dal lato di Briancon. Dall’altro versante, invece, c’è un bar appena prima degli ultimi 8 km: si chiama La Poutre. A Valloire non manca la scelta di bar e ristoranti!
Il Passo Gavia unisce Bormio a Ponte di Legno.
Da Ponte di Legno i primi 4 km sono semplici, mai ripidi. Poco prima del bivio di Sant’Apollonia la strada inizia ad inerpicarsi e a farsi sempre più stretta. Il panorama, però è veramente splendido! Attorno ai 2200 metri si attraversa un tunnel, particolarmente buio: se affrontato in discesa è fondamentale avere delle ottime luci!
Dopo il tunnel, è possibile ammirare sulla sinistra il meraviglioso Lago Nero. L’ultimo chilometro, per fortuna, è uno dei più semplici: raggiungere i 2618 metri del Gavia in bici è veramente una gran soddisfazione! In totale il Gavia è lungo 16 km con una pendenza dell’8% medio.
Dal Passo Gavia a Bormio la strada scende per 24 km.
Da Bormio, invece, la salita è più pedalabile: gli unici km impegnativi sono quelli dopo Santa Caterina.
In vetta è possibile trovare dei bar. Da Ponte di Legno alla vetta non vi sono punti d’appoggio, mentre da Bormio c’è appunto Santa Caterina.
Ho affrontato il Gavia in coppia con il Mortirolo: 135 km per 3200 metri di dislivello, spettacolari!
Fuori classifica, ma meritevole di una citazione, c’è il Nivolet. Il Col du Nivolet, a 2612 metri, unisce la valle dell’Orco alla Valseverenche ed è collocato nel Parco del Gran Paradiso, nelle Alpi Graie. La parte piemontese del colle è asfaltata, mentre la parte valdostana è adatta solo alla MTB.
Ho percorso questa salita nel 2018, due giorni prima di partecipare alla Granfondo Marmotte Alpes. Ho lasciato l’automobile a Ceresole Reale, a quota 1580 metri. La strada fu costruita nel 1930, con lo scopo di raggiungere gli invasi artificiali del lago Serrù e del lago Agnel.
I sette km che portano ai laghi sono i più difficili, con una pendenza media che si avvicina al 9%.
Gli ultimi sei km, invece, sono al 6% medio. Il panorama è veramente sublime! Osservare dall’alto questi due invasi è qualcosa di indimenticabile!
In vetta è possibile trovare un bar, e sono sceso di nuovo dal versante di Ceresole. Ho incontrato tantissime marmotte: le ho viste soprattutto in discesa, poco prima dei laghi!
10 Settembre, 2021